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Itinerari Cauloniesi
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  di Gustavo Cannizzaro


Itinerari

 Itinerario N. 1
  di Gustavo Cannizzaro

 La zona alta "Susu"
  Parte Prima
  Parte Seconda

 Itinerario N. 2
  di Gustavo Cannizzaro

 La zona bassa "Jusu"
  Parte Prima
  Parte Seconda


 Itinerario N. 3
  di Gustavo Cannizzaro

 Il Territorio
  Parte Prima
  Parte Seconda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Itinerari - Itinerario n°2 (Parte Prima)
di Gustavo Cannizzaro

La zona Bassa "Jusu"


Chiesa di S. Maria dei Minniti: Cimasa

Sotto la volta del campanile della chiesa Matrice ha inizio la via Regina Margherita e con essa il secondo itinerario. Via Regina Margherita, importante arteria di Castelvetere, collegava la Porta Sant'Antonio con la Pusterla, entrate dell'antico centro, fin da quando gli sventramenti del secolo scorso hanno dato origine alla via Vincenzo Niutta. Da pochi anni, con l'adozione del senso unico, il traffico automobilistico circola nel primo tratto di via Regina Margherita, restituendo ad essa una primaria importanza.
La parte alta della via declina in una zona più bassa, dove trovasi ubicata l'ottocentesca chiesa di San Michele. Lateralmente alla chiesa si snoda la breve e stretta via omonima, fiancheggiata da basse case in pietrame cui si contrappongono, per mole ed originalità, l'abside della Matrice e il palazzo Asciutti di Martone. L'interessante facciata ottocentesca di questo palazzo ripropone l'intonaco colore rosato e i balconcini con mensole poco sporgenti di altri palazzi gentilizi, ma si differenzia da essi per i bizzarri motivi decorativi a stucco e in rilievo: sirene, minotauri, soldati che esprimono quel gusto picaresco delle dimore signorili della nostra provincia del XVIII e XIX secolo. Detta facciata trova il suo prototipo in molti palazzi della Sicilia orientale. Ripercorrendo il breve tratto a ritroso si ritorna su via Regina Margherita, che discendendo ripidamente sfiora largo San Silvestro, dove trovasi l'omonima chiesa.


Chiesa di San Michele

Palazzo Asciutti

Chiesa dei Santi Silvestro e Barbara


Chiesa dei Santi
Silvestro e Barbara

E' una delle circa cinquanta chiese che si registrano nel XVI secolo in Castelvetere; essa occupa topograficamente una posizione privilegiata sull'omonimo slargo. E' di forma semplice, con una sala rettangolare e l'abside semicircolare. Resta particolarmente interessante la facciata con il portale sormontato da grande finestrone. Una targa, con su scritto i nomi dei santi titolari della chiesa, riporta la data 1896, anno di ricostruzione della facciata. Subito dopo la chiesa, ci si immette nuovamente in via Vincenzo Niutta, nel tratto conosciuto con la denominazione di "Lamia" (volta); già luogo tra i più animati e caratteristici del centro. Lungo la via si erge maestosa la facciata dell'ex palazzo Asciutti-Crea, che conserva l'ampio portale con androne e scalinata in pietra granitica, ma il gioiello della facciata esterna è il suo


ex Palazzo Asciutti
Crea: Balcone

balcone, unico nel suo genere a Caulonia, che nella linea mossa denuncia la sua origine settecentesca. il percorso continua lungo la fascia perimetrale del palazzo che svolta sulla via Ilariantonio Deblasio, degradante anch'essa, per conformazione del territorio, verso Piazza Seggio, così detta perchè anticamente vi era il seggio elettivo dei nobili ed era quindi il centro politico della città. Ancora oggi è uso tenere in questa piazza i comizi elettorali. Piazza Seggio ha forma quadrangolare, su di essa hanno sbocco sette strade ed è l'unica piazza di Caulonia che non si adagia su di un piano inclinato. Un recente restauro, a cura dell' Amministrazione Comunale, ha sostituito il massetto di cemento con una pavimentazione di sampietrini e ha risistemato nel suo punto centrale la


Via Cavour

vecchia fontana in ferro stampato. Lasciata alle spalle piazza Seggio si imbocca nuovamente via Regina Margherita, la quale, notevolmente ristretta, si inoltra nella zona bassa e più antica di Caulonia che presenta caratteristiche urbanistiche originali. Tutta questa zona è denominata "Judeca". Tale toponimo rimane a testimonianza della presenza in Castelvetere di una consistente comunità ebraica assimilata poi all'elemento locale. Sul lato destro della via si sviluppa la vetusta facciata di quello che doveva essere uno degli edifici più importanti ed interessanti di Caulonia, l'ex palazzo Musco che


Piazza Seggio

riecheggia l'architettura napoletana del '700. Di esso purtroppo rimangono quasi integre solo le facciate esterne con finestre sormontate da timpani ricurvi (mal ridotti); l'interno, diviso ormai in appartamenti, risulta smembrato della sua unicità. Svoltando l'angolo di detto edificio, la via si slarga in quella che oggi è piazzetta San Zaccaria, così detta dall'antica chiesa di cui resta testimonianza l'abside con l' affresco raffigurante una 'Deesis" (particolare iconografia bizantina in cui Cristo viene interposto tra la Madonna e San Giovanni, questi ultimi quali intercessori presso la Divinità).

La Deesis di San Zaccaria


Abside di San Zaccaria

L'affresco è una delle poche testimonianze di quel patrimonio artistico "che molti secoli di monachesimo orientale hanno prodotto ed accumulato in Calabria, in specie dopo il mille". L'opera è tutto ciò che rimane dell'antica chiesa di San Zaccaria, edificata secondo la tradizione per volere di un ebreo di nome Simone convertitosi al cristianesimo, danneggiata dal terremoto del 1783 e quasi totalmente distrutta da quello del 1908. Oggi dell'antica chiesetta, come abbiamo già detto, rimane soltanto l'abside affrescata ed il suo stato di conservazione, già deplorato dal Morisani nel 1962, non ha fatto altro che peggiorare ulteriormente. L'opera, databile alla prima metà del 1200, raffigura Cristo benedicente, con gesto ortodosso, in trono tra la Madonna e San Giovanni (motivo iconografico questo che da Costantinopoli si diffuse in gran parte


Affresco Bizantino

dell' area mediterranea). Nel volume tenuto dal Cristo con la mano destra è riportato in greco, con le parole abbreviate, parte del versetto 12 cap. VIII del Vangelo di San Giovanni: "Io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nel buio". Accanto ad ogni figura compaiono, inoltre, sempre in lettere greche, le consuete sigle che indicano i personaggi raffigurati. In basso poi, tra la Madonna ed il Cristo, si scorge una lunga frase, sempre in caratteri greci medioevali, oggi in buona parte non leggibili, ma che illustri studiosi hanno tradotto: "Ricordati Signore, del tuo servo Nicola Pere sacerdote, concedigli la resurrezione". Lo stile dell'opera è di una certa qualità, evidenziata sia dall' impostazione delle figure,
sia dalla fermezza del "ductus" pittorico come pure dall'uso della gamma cromatica, che ancora in parecchie parti rivela morbidezza e varietà tali da far pensare al Morisani che il suo artefice sia stato educato nelle botteghe di Costantinopoli. Riprendendo il percorso, si ripresenta palazzo Musco con l'imponente suo portale sormontato da finestra con timpano, al centro del quale trovasi una delicata e vistosa decorazione, mentre sull'angolo della parete spicca un raffinato acrotere. Cifre queste rimaste a testimonianza di quanto fosse stata ricca e raffinata l'originale decorazione


Affresco bizantino:
Particolare della mano

dell'intero palazzo che purtroppo oggi porta i segni della erosione del tempo e della incuria dell'uomo. La via dopo pochi metri sbocca nella piazzetta Garibaldi o "Mortida". La Mortida nella parte alta è delimitata da tre edifici armoniosamente fusi nelle loro forme architettoniche così da farne una delle più suggestive e signorili piazze di Caulonia. Anche in questa piazza si ergeva al centro una bella fontana su base granitica, oggi collocata nella parte bassa della stessa. Da notare il bellissimo portale con stemma, affiancato da due possenti colonne granitiche di gusto neo-classico, le lesene, le mensole, l'elegante lavorazione del ferro battuto delle balconate e i cornicioni. Superata la piazzetta ci si immette in via del Carmine o "Maietta". Oggi, a seguito alla demolizione di vecchie case, si presenta spaziosa, mentre, fino ad anni orsono conservava il tipico aspetto di strada stretta, contorta, quasi vicolo. La via è fiancheggiata da un muro che la isola dallo strapiombo che si affaccia sulla vallata del fiume Amusa. Da questo punto è possibile abbracciare con lo sguardo una vista panoramica di tutta la parte alta del paese culminante con il campanile della chiesa Matrice e la facciata del SS. Rosario e i ruderi del convento dei domenicani. Seguendo il percorso, sulla sinistra si erge la facciata del Teatro vecchio, già chiesa di San Leo.


ex Palazzo Musco

ex Palazzo Campisi

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