Caulonia 2000

 

   
   


La moneta e la sua circolazione nel territorio antico di Caulonia
di Roberto Fuda

Da Erodoto apprendiamo che i Lidi furono il primo popolo a Coniare ed usare moneta, d'oro e d'argento.
La scoperta di un ripostiglio di monete arcaiche in elettro (una lega naturale d'oro e d'argento) durante  una campagna di scavi nell'Artemison di Efeso, costituisce una conferma archeologica della tradizione riferita dalla fonte letteraria e, nello stesso tempo, un importante punto di riferimento per la cronologia iniziale delle emissioni monetarie del mondo antico flissata tra la fine del  Vll ed i primissimi anni del VI sec. a.C.

Dalla Lidia l'uso del metallo coniato si diffuse in Grecia e da qui nelle colonie dell'Italia meridionale in un momento particolarmente complesso della loro storia nel quale, ai margini del c.d. impero sibaritico, si andavano strutturando i profili di quelle potenze (Crotone, Metaponto,  Poseidonia ecc.), che avrebbero colmato il vuoto di potere seguito alla scomparsa di Sibari dando luogo ad un nuovo assetto politico del territorio.

La caduta di Sibari

La caduta di Sibari (510 a.C) segna un termine cronologico di grande importanza per la storia della monetazione della Magna Grecia; Sibari infatti fu una delle prime poleis (se non proprio la prima) a battere moneta fra il 550 e il 530 a.C.

L'uso della moneta coniato si diffuse molto rapidamente fra tutte le maggiori poleis italiote, ma anche alcuni centri minori ap­profittarono di circostanze favorevoli per dar corso alle proprie emissioni sia pure per breve tempo ed in quantità limitatissime. Così accanto alle serie di Sibari, Poseidonia, Metaponto, Taranto, Crotone e Caulonia troviamo le più rare emissioni di Siri (o Sirino) e Pixunte, di Laos, dei misteriosi centri di So ..., Ami ..., Pal…, e Mol..., conosciuti solo attraverso la documentazione numismatica.

A parte anche per ragioni ponderali, vanno considerate le emissioni incluse di Reggio, della quale ci è pervenuto un solo esemplare, e di Zancle, l'unica fra le città siceliote ad aver adottato la tecnica incusa. In questo particolare tipo di tecnica, comune alle varie monetazioni arcaiche di Magna Grecia, al tipo in rilievo del dritto della moneta corrisponde, al rovescio, generalmente lo stesso tipo, ma incavo allineato sull’asse del dritto.

 
La dottrina ha interpretato in svariati modi la scelta, da parte delle poleis emittenti, della tecnica incusa: si e parlato, fra l'altro, d'influsso pitagorico, di alleanza politica o di accordo commerciale, ma nessuna di queste ipotesi è stata sufficientemente dimostrata. Resta comunque il dato di fatto che la tecnica incusa, così come sopra descritta, è peculiare delle poleis greche dell'Italia meridionale (Zancle è un'eccezione spiegabilissima) e rivela un'intesa di fondo - anche se non chiaramente definibile - fra i vari gruppi etnici che nella monetazione ben si esprime attraverso una scelta tecnica comune, nono­stante l'evidente diversità dei sistemi ponderali coesistenti.
   

In questo quadro storico e numismatico la monetazione di Caulonia s'inserisce verso il 530 a.C.

La tipologia cauloniate costituisce a tutt’oggi uno degli enigmi della numismatica antica: sulle monete infatti compare una misteriosa figura virile nuda andante a destra, con un braccio proteso sul quale una figura più piccola, che tiene in entrambe le mani dei ramoscelli sembra correre in avanti volgendosi però a guardare il dio, o per meglio dire, la figura maggiore che solleva il braccio sinistro impu­gnando a sua volta un ramo, quasi volesse fustigare il piccolo daimon in corsa. In basso a destra.,nel campo della moneta, un cervo, posto su un piano prospettico più arretrato rispetto alle altre figure, si volge a guardare il dio. A sinistra si nota l'etnico KAYA.

    E’ molto probabile che l’incisore del tipo monetario di Caulonia si sia ispirato ad una raffigurazione plastica, ad una scultura forse collocata in un luogo pubblico della polis e venerata con un culto particolare dalla comunità. Questa misteriosa e com­plessa raffigurazione ha finora resistito a numerosi tentativi d’interpretazione: alcuni studiosi hanno identificato la figura mag­giore con Apollo Katharsios, altri con il fiume Sagra altri ancora con Eracle nell'atto di catturare una cerva, con le corna d'oro e le zampe di rame detta cerinitide dal monte sul quale viveva (Cerineo); si ricorda infine che il MiIlingen, molto prudentemente, si astiene dal proporre qualunque interpretazione ritenendo che potrebbe trattarsi della raffigurazione di un dio locale del quale si  è perduta ogni memoria
   

Dal punto di vista artistico non c'è dubbio che le monete incuse di Caulonia siano dei piccoli capolavori dovuti all’attività di maestranze greche d'ambiente ionico esperte di toreutica. Tuttavia negli incusi più tardi è evidente un decadimento stilistico da porre forse in relazione con una crisi sociale che avrà travagliato la città tra la fine del VI e l'inizio del V sec. a.C.

Verso il 475 si assiste ad una ripresa stilistica contemporanea al passag­gio dalla tecnica incusa a quella a doppio rilievo: in questa nuova serie, al dritto delle monete viene riproposto il gruppo tipologico già incontrato sugli incusi, mentre al rovescio è raffigurato ecclusivamente il cervo, nel quale dunque si potrebbe identificare il paràsemon  (l'emblema) della polis.

L'analisi della sequenza a doppio rilievo consente di rilevare un ulteriore decadimento stilistico, analogo a quello già riscontrato nella serie incusa, ma ormai definitivo per il cessare delle coniazioni in seguito alla distruzione della città operata da Dionisio di Siracusa nel 389-88 a.C.

Forse subito prima di questa data vanno collocate le emissioni frazionarie e quelle di bronzo, ancora non sufficientemente documentate e pertanto considerate rarissime. Queste ultime presentano al D/ una testina cornupete che potrebbe raffigurare il fiume Sagra, ed al R/ il cervo.

  Nel caso di Caulonia non si può affermare con assoluta certezza che l'emissione della moneta di bronzo sia in rapporto con un momento di espansione economica della città emittente,  soprattutto  perché manca la possibilità di un riscontro archeologico e documentario; si può comunque affermare che le emissioni di bronzo cauloniati rappresentino l'ultimo episodio di una storia monetaria partico­larmente viva tanto all'esterno quanto all' interno della polis. Monete di Caulonia infatti si ritrovano in molti ripostigli recuperati qua e là nell'Italia meridionale e non manca qualche rinvenimento, finora isolato, in una diversa area geografica: più precisamente si dirà che la moneta di Caulonia è presente, insieme a quelle di altre città italiote, nel ripostiglio di Asyut, a sud de Il Cairo.
   

Dall'area archeologica dell'antica Caulonia proviene un tesoretto scoperto dall'Orsi nel 1915 (IGCH 1909); esso risulta composto da due esemplari di Sibari, di Thurium, cinque di Crotone, tre di Caulonia ed uno di Terina.
L'interessante documento è databile alla metà del VI sec. a .C. ed è forse rappresentativo di uno dei momenti più floridi della travagliata esistenza della piccola polis italiota.

La mancanza di ripostigli databili al IV sec. si spiega con i drammatici eventi storici che investirono la città nel 389-88 a.C. Relativamente al periodo che precede quest'ultima data, alla documentazione dei tesoretti non ne corri­sponde un 'altra, particolarmente rilevante, di rinvenimenti sporadici o da scavo, forse perché le ricerche archeologiche sono state sempre condotte in aree limitate e, tranne qualche eccezione, d'età ellenistica.

    Fra i rinvenimenti occasionali si ricordano qui uno statere incuso di Sibari ed un terzo statere di Caulonia (conservati in collezione privata). Dagli scavi Tomasello 1970 proviene invece uno statere di Taranto con i tipi Efebo nudo su cavallo Taras su delfino datato finora 400-380 a.C.Ad una nuova fase di vita, non meno complessa della precedente, ci riconducono poi due tesoretti databili al III sec. a.C.: il primo, rinvenuto dall’Orsi nel 1912, fino ad oggi sfuggito all'attenzione degli studiosi, e costituito di appena tre monete di bronzo (una di Siracusa, una di Velia ed una dei Brettii); il secondo, pure recuperato dall'Orsi, ma nel 1916. risultava composto da quattordici esemplari dei Brettii e sei punici tutti d'argento.
   

Il gran numero di monete, databili tra la fine del IV sec. ed il III sec. a.C., recuperate sporadicamente o nel corso di regolari scavi, documenta sia l'importanza assunta dalla moneta come mezzo di finanziamento di operazioni militari sia - e ciò vale soprattutto per la moneta di bronzo - l'intensità del piccolo scambio, delle piccole transazioni che si potevano verificare nell 'ambito della città o nelle sue immediate adiacenze.

Il panorama dei rinvenimenti, relativamente a questo periodo, è dominato dalla monetazione dei Brettii, il cui numero supera, in quantità recuperata, anche quello di Siracusa, largamente diffuso in Magna Grecia e preponderante - emissioni locali a parte - in Locri Epizefiri.

Le emissioni di quest'ultima polis, al cui territorio venne incorporato quello di Caulonia dopo il 389-88 a.C., sono rappresentate soltanto da alcuni esemplari del bronzo di III sec.

 

Mi sembrano poi di notevole interesse due monete in bronzo di zecca campana (Testa di Apollo / Toro Androcefalo e NEKE)) recuperate l'una dalla dott.ssa Tomasello nel 1971 (Scavi presso il tempio), l'altra dalla dott.ssa lannelli nel 1980 (scavi  proprietà Guarnaccia).
Questo recente scavo ha restituito numerose altre monete fra le quali qui si cita un bronzo di Tolomeo IV Philopator (Testa di Zeus /Aquila), che si aggiunge ad un esemplare simile recuperate dall'Orsi nel 1915.
In altra sede si spera di poter fornire un elenco dettagliato delle monete recuperate nell'area archeologica di Monasterace.

   

Il territorio dell'antica Caulonia non è stato sterile quanto a rinvenimenti monetari: da Pazzano, a monte di Monasterace, proviene un prezioso ripostiglio, databile al III sec., composto da quindici monete in elettro di cui otto pezzi da cinquanta litre di Siracusa e sette di drammi di Cartagine.

Da Stilo, vicinissima a Pazzano, mi è stato segnalato il rinvenimento di un piccolo ripostiglio di cinque monete delle quali mi è stato possibile esaminare soltanto tre: due frazioni d'argento di Terina ed un esemplare da cinquanta litre, in elettro, di Siracusa, simile a quelli presenti nel tesoretto di Pazzano. Quest'area interna sta rivelando una linea di circolazione monetaria particolarmente   interessante: sempre il territorio di Stilo infatti ha restituito monete di Crotone (tre es. di bronzo), Terina (una fraz. d'argento), Messana (un es. di bronzo).

Da Bivongi proviene inoltre una moneta enea dei mamertini, mentre più a sud, in agro di Placanica, è stato recuperato un bronzo di Gerone Il.

La documentazione sin qui raccolta, benché scarsa per lo stato attuale delle ricerche, consente di rilevare un certo movimento del fenomeno della circolazione monetaria dal centro verso la periferia, con la conseguenza che, anche dal nostro punto di vista, va sottolineato un concetto di polis - già chiarito in senso amministrativo - più ampio e comprensivo non soltanto della città in senso stretto, ma anche del territorio gravitante intorno ad essa.

L'antica Caulonia

E nel territorio dell'antica Caulonia doveva essere compreso quello della Caulonia moderna  (già Castelvetere), da dove, a ribadire il concetto sopra esposto, sono state segnalate due monete in bronzo di Siracusa (provenienti da contr. Strano) ed un bronzo tolemaico (da contr. Obile) simile a quelli rinvenuti nell'area archeologica di Monasterace.

    Inoltre alcune monete romane (tra cui un bronzo di Augusto ed uno di Marco Aurelio), casualmente trovate nell'abitato di Caulonia ed in contr. Frauzzo, attestano una certa frequentazione del territorio anche quando l'antica Caulonia non esisteva più come centro abitato in senso amministrativo. Che quest'ultima circostanza abbia implicato una dispersione della popolazione cittadina al momento non lo si può dimostrare, anche se l' ipotesi sembrerebbe proponibile: ten­derei però ad escludere tutte quelle illazioni di carattere erudito alle quali è da attribuirsi l'idea, ben radicata negli ambienti locali, che gli attuali centri abitati, ed in particolare quello della moderna Caulonia, siano sorti immediatamente  dalle  rovine della polis greca.
    Per la città di Punta Stilo non si può porre un'analogia con la vicina Locri, che ha avuto una dimensione demografica e delle vicende politiche profondamente diverse da quelle della sfortunata Caulonia. L'eredità di quest'ultima avrà tuttavia contribuito (e sarebbe assurdo voler quantificare la misura) alla formazione di quella cultura, pecuIiare della Calabria meridionale, che del mondo greco ha con­servato elementi materiali e concetti inconfondibili, facilitando così l'innesto e la fioritura della civiltà bizantina sul tronco di quella dell’età classica.

 

 

 


La moneta e la sua circolazione nel territorio antico di Caulonia
di Roberto Fuda
Corriere di Caulonia - dicembre 1987

Top


 


Copyright© 2000 Caulonia 2000 per continuare a cambiare - Tutti i diritti riservati