Questa sezione raccoglie scritti, articoli, storie, usi e costumi
della tradizione cauloniese

           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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  L'alba del nove settembre, annunzia la quiete dopo la tempesta ed è domenica. Il cielo è azzurro e   alla Contrada Crochi si svolge la tradizionale festa della Madonna.

 Moltissimi sono i partecipanti specie dai molti villaggi  perché, religiosità a parte, la festa del greto del torrente  Amusa, è occasione d'incontro annuale di parenti ed  amici residenti anche a distanza notevoli.
 E’ occasione d'incontro dei  numerosi preti del Centro, di  Campoli di Ursini e di S. Nicola, per concordare il costo  di una messa o di un funerale: l’unione fa la forza, è  detto. 

 La festa è anche occasione di combinazioni  matrimoniali.



 
  Rosa di S. Nicola dice al marito: “Bruno,  ti ricordi quando è nata Mariannina nostra, quando son   venuti a trovarci i compari Nuciforo di Candidati, quando hanno  bevuto il nostro vino della vigna di   Calatria? Quando compare Ilario ha esclamato che per una vigna capace di produrre quel vino   darebbe l'anima al diavolo? Ti ricordi che hanno portato  il loro bambino Ciccillo che aveva sei anni?”
  Mastro Bruno, il marito, alle prese con una «cannata» di vino che si esaurisce troppo in fretta,   annuisce. Una lunga esperienza gli ha insegnato la saggia consuetudine di non dialogare mai con la   moglie ma di limitarsi semplicemente a dire di si con un cenno del capo.

  «Il piccolo Ciccillo - riprende Rosa -  dovrebbe avere adesso venti anni e non è sposato se no i   compari ce l'avrebbero comunicato. Mariannina nostra ha già sedici anni e comincia a preoccuparmi.   Il corredo è pronto e la vigna di Calatria hai detto sempre di volerla dare a lei.
  A Concettina daremo poi gli ulivi del pezzolo ma adesso dobbiamo pensare a Mariannina che ha già   sedici anni, capisci? Perché non andiamo alla festa di Crochi dove incontreremo i compari di   Candidati?»

  E i compari Nuciforo di Candidati più o meno alla stessa ora dello stesso giorno concludono la cena:   «Andiamo alla festa Crochi, perché è ora che Ciccillo si sistemi e li troveremo certamente una   ragazza che faccia per lui, magari una nostra parente o una nostra comare».

  Alla vigilia della festa di Crochi, dialoghi impostati su tale serio argomento si svolgno a Campoli   come a Focà, a Pezzolo ed a Popelli, ad Obile ed a Finocchio: ovunque c'è un giovane per cui   trovare una moglie ma soprattutto dove c'è una ragazza anziana di sedici anni alla quale trovare un   marito.



  Fin dal primo pomeriggio del sabato oltre i «feràri» con la cassetta di caglia, mustaccioli,  
 caciocavallo e besciamelle vi sono i macellai professionisti e quelli improvvisati.

  La vittima predestinata è la capra ed il pasto tipico tradi­zionale per la sera del sabato è il «cotto»,   un insieme di interiora, budella comprese, lavate frettolosamente nelle acque del torrente e fatte   cucinare a tocchetti nel pomodoro con abbondante peperoncino. Abboffarsi di «cotto» con   soppressate e pecorino è una tradizione che si perde nei tempi.

 I giovani spensierati, colmi di vino, sentono l'odore delle  vergini proveniente da sotto le coperte, distese al riparo  degli ulivi, ove bivaccano, tendendo lo sguardo avido  d'amore verso gli uomini che danzano freneticamente sul  greto al suono delle  armoniche,  cantando: « duvi t'ha  muzzicatu lu tarantulu mbielenatu? Si t'ha muzzicatu  alla panza, panza cu panza non c'è crianza... »

 Gli anziani continuano a consumare il «cotto» più  saporito perché sempre meno pulito e le donne, nella  chiesa, biascicano,  sonnecchiando,  le loro litanie. La  Vergine, dall'alto del suo simulacro sorride su tutto e  benedice tutti, anche coloro che, ubriachi, la  bestemmiano.

 

 

La festa di Crochi
di Francesco Ammendolia*
Corriere di Caulonia - febbraio 1988

*Testo tratto da "Cola i Tocca e i martiri di Gerace" [ parte prima ] di Francesco Ammendolia
Corriere di Caulonia - Dicembre 1987 ... Giugno 1988

Un grazie a Luigi Briglia
per le splendide foto


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