POLITICA E CULTURA
Nicola Frammartino
...A Caulonia si assiste da almeno trent’anni alla nascita di giornali “culturali” e di circoli “culturali”, che durano una stagione e poi precipitano nel nulla per l’eternità. ...

POLITICA E CULTURA

Perché succede questo? Perché né quei circoli, né quei giornaletti sono culturali. Essi sono, invece, delle tecniche mediatiche ante litteram per organizzare il consenso.
Anche io ho fatto queste cose, ma avevo venti, trent’anni; e già erano sbagliate allora. Ma ripeterle, a distanza di trenta, quarant’anni, lo trovo patetico oltre che poco rispettoso verso il paese. Patetico, perché chi in quegli anni fondava o scriveva su quei giornaletti ora scrive su giornali nazionali e chi in quegli anni faceva manovrette di provincia ora è un esponente politico nazionale. Ma non si tratta solo di questo: quei circoli e quei giornaletti !”culturali” fanno molto male al paese. Non si può per tutta la vita fingere di fare cosa, ma fare un’altra; fingere di pensare una cosa, ma in effetti pensare un’altra. Qual è la lezione che ricevono i giovani? di non essere mai sé stessi, ma di essere doppi, ambigui e insinceri.
Pensiamo un attimo all’ultima iniziativa, ultima in ordine di tempo: il circolo “culturale” G. Salvemini” e il suo relativo giornale altrettanto “culturale”.
Qual era l’idea fondante di quel sodalizio? Mettere assieme uomini e donne di questo paese e far loro meglio gustare una poesia di Leopardi o di Quasimodo, o per stimolare la loro curiosità sulle ultime scoperte della scienza o a riflettere sui problemi più gravi dell’uomo sulla soglia del Terzo Millennio? Niente di tutto questo. Lo scopo “vero” che perseguivano i suoi fondatori era di mettere assieme gente con tendenze politico-culturali assai distanti tra di loro e, talora, contrapposte, per convogliarli in un progetto politico già studiato nei particolari che era quello di “Rinascimento Cauloniese” oppure, ancora più semplicemente per acquistare una confidenza che potesse consentire al momento opportuno di dare un’indicazione di voto. Che quel circolo fosse stato creato pensando ad altre cose lontane dalla Cultura lo si è capito subito: quando i suoi organizzatori hanno ritenuto che fosse giunta l’ora, hanno abbandonato l’iniziale prudenza e hanno buttato il circolo a capofitto nella battaglia elettorale, organizzando convegno di studio sulla situazione finanziaria del Comune.Qual era lo scopo vero del convegno? Studiare le finanze comunali? Assolutamente no. Avevano bisogno di mandare al paese un messaggio negativo sull’Amministrazione Comunale allora in carica. Dopo le elezioni amministrative del 2000 il circolo “culturale” è decaduto, perché con la vittoria di “Rinascimento Cauloniese” esso aveva perso la ragion d’essere. Ma è decaduto anche perché il suo nome è stato utilizzato per tentare l’operazione detta “Palazzo Lo Faro”.
Oggi, ad ogni modo, quel circolo non servirebbe più agl’ideatori di “Rinascimento Cauloniese”, perché essi puntano, per le prossime elezioni amministrative, ad una lista di sinistra. Non hanno bisogno di un sodalizio interpartitico, ma di uno strumento che li faccia apparire come alfieri della sinistra Cauloniese. Il circolo “culturale” “G. Salvemini”, l’hanno chiuso e apriranno qualche altra cosa che risponde alle esigenze della nuova fase.
Intanto, nell’attesa di quest’altra cosa, hanno creato un giornaletto che risponde alla bisogna e con un nome che il momento suggerisce.
Come i circoli e i giornaletti “culturali” degli anni e dei decenni passati, l’attuale giornaletto non è importante per gli scritti che contiene, che non saranno in molti a leggere. Il suo compito è molto più semplice, trasmettere messaggio: “Siamo noi la sinistra.”
Hanno scritto non so quante pagine; ne avrebbero potuto scrivere una sola con questo messaggio:“Siamo noi la sinistra. Non vedete che esponiamo le fotografie e le firme degli esponenti dei DS?”. A Caulonia ogni iniziativa, anche la più bella, anche la più nobile, ha questo vizio d’origine: dietro di essa ci sono sempre gli stessi politici che pretendono di organizzare la società per indirizzarla, controllarla per stringersela tra le mani come si stringe un passerotto di cui si possono contare persino i battiti del cuore e sentire il respiro.
Questo a Caulonia la chiamano Cultura. Io penso che sia solo una sua caricatura. Cultura e Politica sono due attività umane di grande valore. Se si vuole portare rispetto ad esse, bisogna tenerle distinte.
I regimi totalitari, di destra e di sinistra, in eguale misura hanno sempre preteso di sottomettere la Cultura e ridurla ad ancella del Potere. Quando ci sono riusciti è stata sempre una tragedia: per gl’intellettuali e per la società tutta.
Da noi la tattica per strumentalizzare la Cultura non consiste nella pretesa di suggerire quello che devono scrivere gl’intellettuali, ma ne costruire per loro dei luoghi d’incontro per metterli nelle condizioni di sentirsi debitori verso i politici-organizzatori culturali. E gl’intellettuali, purtroppo, si adeguano docilmente.
Non c’è dubbio che queste iniziative “culturali” hanno fatto molto male sia alla politica che alla Cultura.
Intere generazioni a Caulonia non hanno potuto godere i piaceri e le bellezze della cultura, per queste lacerazioni cui è stata sottoposta. i danni sono stai immensi anche se non valutabili. chi potrà mai contare il numero dei giovani che, avendo intuito queste squallide manovrette, disgustati, si sono allontanati dalla lettura, dalla scrittura, dalle arti e dalle attività intellettuali per evitare di diventare dei burattini nelle mani di burattinai.

Caulonia li,11 ottobre 2003  

Nicola Frammartino