IL PARTITO DELL’ODIO
Nicola Frammartino
...La brutta storia del fuoco al portone del Municipio potrebbe aprire un’utile discussione, che sarebbe molto utile sul clima politico esistente oggi a Caulonia ed in particolare sui rapporti tra maggioranza ed opposizione. ...


IL PARTITO DELL’ODIO

La brutta storia del fuoco al portone del Municipio potrebbe aprire un’utile discussione , che sarebbe molto utile sul clima politico esistente oggi a Caulonia ed in particolare sui rapporti tra maggioranza ed opposizione.
Negli anni passati siamo stati indicati dagli esponenti della lista che ha vinto le ultime elezioni amministrative, come il partito dell’odio. Il documento approvato dal Consiglio Comunale in relazione all’episodio di alcuni giorni fa contiene una condanna, voluta dalla maggioranza, all’istigazione all’odio da qualunque parte venga. So che il riferimento a questo problema non sia un segnale della volontà di aprire una discussione volta capire le ragioni dell’attuale situazione di incomunicabilità tra maggioranza ed opposizione e addirittura, cosa molto più grave, tra amministratori ed amministrati. Pur tuttavia, voglio provocare questa discussione.
So, come uomo dell’opposizione, quello che ho fatto in questo ruolo in questi anni e non ho difficoltà di riconoscere che in un altro clima politico la forte tensione con cui ho dovuto lottare, assieme ai miei amici e compagni, per conservare spazi di agibilità politica, me la sarei risparmiata. Andare in Consiglio Comunale con l’angoscia di doversi scontrare duramente con gli avversari non è il massimo cui aspiravo dopo decenni di impegno politico nel mio paese.
Tutto quello che ho fatto, sono stato costretto a farlo, spinto da uno stato di necessità, dopo l’infame aggressione subita il 4 maggio 2000.
La responsabilità di questo clima ricade tutta intera sugli uomini di “Rinascimento Cauloniese” che hanno sconvolto in maniera inaspettata le regole che erano alla base del sistema politico a Caulonia. Penso, perciò, che sia una grande sciocchezza parlare di istigazione all’odio, perché significa rinunciare alla riflessione politica e fare del moralismo inutile.
Io seguirò un ragionamento politico.
C’era un'Amministrazione di centro-sinistra. Gl’ideatori di “Rinascimento Cauloniese” volevano sconfiggerla, perché, pur avendo contribuito ad eleggerla, non si sentivano da essa rappresentati. Questo è il dato di partenza.
Esaminiamo ora le scelte compiute dagli esponenti di “Rinascimento Cauloniese” per contrastare quell’Amministrazione e gli uomini che si erano raccolti attorno ad essa.
Hanno svolto rozze campagne, alcune fondate su falsi argomenti (non potabilità dell’acqua, taglio dei pioppi, secondo dissesto), altre fantasiose e bizzarre, alla “cauloniese” (fomosa è stata quella secondo la quale avremmo “sequestrato” la politica). La negatività di queste campagne consisteva nel fatto che non venivano sollevati problemi veri, per risolverli, ma dei semplici pretesti per mettere in cattiva luce l’Amministrazione e per tentare di creare una tensione insostenibile tra l’Amministrazione ed il paese.
Dinanzi ai disagi di un paese cui mancano tanti servizi, di cui, invece, i cittadini di altri Comuni dispongono e dinanzi ad un’Amministrazione Comunale che operava con competenza ed assoluta trasparenza, gli esponenti di “Rinascimento Cauloniese”, sentendosi esclusi dalla gestione del potere locale, invece di ricercare un’intelligente mediazione tra le proprie giuste aspirazioni e gl’interessi interessi del Comune, puntano alla distruzione di quell’Amministrazione, cioè, al tanto peggio tanto meglio. Quest’atteggiamento, che risponde ad esigenze di “ceto politico”, apre la strada a tutta una serie di scelte sbagliate, a cascata.
Cominciano con l’accordo con i DS, che poi estendono ad Alleanza Nazione e Forza Italia, per eleggere un Sindaco di Forza Italia e cacciare il Sindaco DS.
Fatto l’accordo, gli esponenti di “Rinascimento Cauloniese”, aprono una fase di una contrapposizione, durissima fino all’intolleranza, contro l’Amministrazione allora in carica. Si pensi un attimo all’assemblea “spontanea” sull’acqua potabile organizzata nella Sala Comunale: una “provocazione” con tutti i crismi. In un pomeriggio del mese di dicembre del 1997 gli esponenti di “Rinascimento Cauloniese” hanno riportato la politica ai tempi delle frequenti occupazioni del Comune da parte dei contadini, negli anni, che protestavano contro le tasse, ai tempi del Sindaco Scicchitano. Erano quelli altri tempi, altri i protagonisti, altre le motivazioni. E, comunque, avevamo sviluppato in questi decenni una riflessione autocritica.
Si pensi ancora alla prima riunione del Consiglio Comunale dopo le elezioni del 2000. Per trovare qualcosa di simile bisogna ritornare alla prima riunione del Consiglio Comunale dopo le elezioni amministrative del 1956: a quella vi ho assistito personalmente. Ma erano tempi di forti contrasti e di grandi passioni. Allora la scena si era sviluppata sulla non eleggibilità di un consigliere della lista sconfitta (la DC).
Chi riflette su questi fatti si rende conto che i problemi che ha oggi il paese, anche sotto l’aspetto della civile convivenza, non hanno nulla da spartire con l’istigazione all’odio. Il problema è squisitamente politico: una classe politica al tramonto che non è disponibile neanche a farsi permeare dal nuovo che preme dall’esterno.
Non sono sufficienti gli argomenti indicati a dimostrare che il clima nel paese è stato determinato dalle scelte politiche sbagliate degli esponenti di “Rinascimento Cauloniese”? Si considerino queste altre scelte.
Sono stati spesi 700 milioni di vecchie lire in somme urgenze tenendo all’oscuro il Consiglio Comunale. Noi abbiamo denunciato il fatto, non perché siamo il partito dell’odio o il partito dell’amore, ma perché è stato un comportamento molto grave, senza precedenti a Caulonia, dell’attuale Amministrazione. Non dovevamo denunciarlo per non essere indicati il partito dell’odio?
Abbiamo de nunciato che hanno impedito alla minoranza di poter indicare un revisore dei conti comunali di propria nostra fiducia. Non era mai successo che l’opposizione venisse trattata con tanto disprezzo. E’ stata istigazione all’odio, denunciarlo?
Incarichi ai professionisti, soprattutto nei lavori pubblici. Gli amministratori hanno arricchito alcuni professionisti e hanno condannato altri a guardare dalla porta della serratura. Su questa questione abbiamo affisso anche un manifesto. Abbiamo suscitato odio, abbiamo istigato all’odio? Penso che se odio è nato nell’animo degli interessati, e spero di no, non siamo stati noi a generarlo, ma le loro scelte assurde.
Nei giorni in cui gli esponenti di “Rinascimento Cauloniese” raccoglievano le adesioni alla lista, per convincere i potenziali candidati ad accettare la candidatura, hanno promesso la carica di Vice-Sindaco a tre candidati diversi, all’uno all’insaputa dell’altro. Dopo le elezioni hanno beffato tutti e tre i candidati nominando un quarto consigliere, che avevano scelto molto tempo prima. Le bugie non sono peccati mortali, va bene. Ma non è nell’ordine delle cose che chi si sente preso in giro possa costipare il proprio animo di risentimento? Non è bello, lo so.
A proposito di bugie: hanno promesso almeno 101 giornate di lavoro l’anno ad ogni disoccupato. Non ne hanno dato una. Non è normale immaginare che chi ha votato per la lista “Rinascimento Cauloniese”, credendo in quella promessa, e poi si è visto negare anche quei pochi giorni che aveva garantito la precedente Amministrazione, si sia riempito l’animo di amarezza?
Così stando le cose, penso che gli esponenti di “Rinascimento Cauloniese” farebbero bene a smetterla di vittimizzarsi. Speriamo che non siano odiati. Però amati non sono. Può darsi, anzi è molto probabile, che in quest'atteggiamento del paese ci sia molto della cultura provinciale della vecchia Caulonia. Ma essi hanno fatto di tutto per meritarsi la più ampia e completa disapprovazione del paese. Sarebbe bene che facessero una svolta di 180 gradi: rispettare le regole normali della politica.

 

Caulonia li, 02 ottobre 2003  

Nicola Frammartino