DIRITTO DI VOTO ALLE IMMIGRATE E AGLI IMMIGRATI CAULONIESI

Giovanni Maiolo

Al Sindaco Campisi
Al Presidente del Consiglio Giamba
A tutti i consiglieri comunali

DIRITTO DI VOTO ALLE IMMIGRATE E AGLI IMMIGRATI CAULONIESI

A Caulonia, soprattutto in marina, le comunità di immigrati sono una realtà consistente che cresce nel tempo.
Quando si verificano consistenti flussi migratori il rischio dell’emarginazione e della chiusura in ghetti è sempre dietro l’angolo.
Noi dobbiamo evitare che ciò si verifichi, dobbiamo sforzarci di garantire l’integrazione degli immigrati nel nostro tessuto sociale, senza lasciarli ai margini.
Credo che l’Amministrazione Comunale abbia il dovere di intervenire. Noi siamo amministratori dei cauloniesi, e chi vive stabilmente in questo territorio, che abbia o meno il permesso di soggiorno, che sia regolare o clandestino a causa della assurde leggi che regolamentano l’immigrazione, per me è un cittadino cauloniese. E in quanto amministratore di Caulonia è mio dovere occuparmene.
Alcuni interventi, che si potrebbero realizzare anche, qualora ci fosse la disponibilità, col sostegno dell’opposizione, potrebbero aiutarci sulla strada dell’integrazione, fare sentire la comunità cauloniese vicina a chi per i motivi più svariati deve lasciare la propria terra.
E noi calabresi sappiamo quanto è doloroso mollare tutto e partire.
La prima idea che avanzo è la creazione di un ufficio per fornire consulenza legale gratuita ai migranti che ne hanno bisogno, in caso di rinnovo del permesso di soggiorno per esempio o per assistenza legale riguardante il lavoro...
La seconda idea è più sfrontata e dagli esiti maggiormente incerti ma darebbe un segnale bellissimo; prevedere nello statuto l’elettorato attivo e passivo per le elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale agli immigrati residenti da almeno tre anni.
Sostenere questa battaglia ha tre scopi fondamentali:
1) costringere i partiti e la politica in genere a porsi il problema dei migranti come soggetto di diritti e non come “problema” su cui speculare;
2) dare adito ad un dibattito sulla stampa in cui si ponga all’attenzione la questione dei diritti dei migranti, per incrinare la prassi di costante criminalizzazione e dispregio per gli stranieri in Italia da parte dei media e delle istituzioni che rinchiudono i migranti in quei lager che sono i CPT;
3) ottenere il sacrosanto diritto al voto (e il centro sinistra può iniziare a dare l’esempio con le primarie di ottobre).
Perchè riconoscere il diritto di voto a tutti coloro che stabilmente risiedono in un determinato territorio è, oltre che un atto di civiltà e di democrazia, uno dei modi più efficaci per promuovere coesione e pace sociale.
Chiamare gli individui a prendere parte alla vita politica significa, infatti, innanzitutto, chiamare gli individui a farsi carico dei problemi della convivenza e dello sviluppo della comunità nel suo insieme.
Il Consiglio di Stato - con parere n. 8007 emesso il 28 luglio 2004 - ha ritenuto compatibile con il quadro istituzionale e legislativo che gli Statuti comunali attribuiscano agli stranieri, che stabilmente risiedano nel territorio della Repubblica, il diritto di elettorato attivo e passivo per l’elezione degli organi delle Circoscrizioni.
Il Comune di Genova ha anche previsto il voto per il Consiglio Comunale nel 2002 ma il provvedimento è stato impugnato dal Governo nonostante vige in Europa la convenzione di Strasburgo del 1992 che impone ai sottoscrittori, tra cui l’Italia, di concedere il voto e l’elettorato passivo per le elezioni amministrative ai residenti.
Da allora a Genova è tutto fermo ma a quanto mi risulta il Governo ha soltanto iniziato una particolare procedura, prevista dall’art. 138 del Testo Unico 267/2000 sugli Enti Locali, cioè l’azione di “annullamento straordinario” degli atti degli Enti Locali “viziati da illegittimità”. Giuridicamente, il Governo ha messo uno stuzzicadente sui binari e i Consiglieri del Comune di Genova hanno fermato il treno. Non ha caso il Prof. Pericu rispose al Ministro dell’Interno che certamente, con l’enorme ampliamento dei poteri propri dei Comuni avvenuto nel 2001 (legge costituzionale) è “venuto meno il potere di annullamento straordinario attribuito al Governo dall’art. 138 TUEL”.
Allora la mia proposta non è utopia ma può diventare realtà se c’è il sostegno di tutti e tutte.
Credo che questa proposta troverà terreno favorevole nella maggioranza e spero anche tra le fila dell’opposizione che ama caratterizzarsi come Ulivo.
Nei prossimi giorni ufficializzerò queste idee con proposte concrete che verranno comunicate a tutti i consiglieri.


 

Caulonia li,  agosto 2005


L’Assessore alla partecipazione
Giovanni Maiolo